Cosa fare per trattare la steatosi epatica non alcolica?

21 gennaio, 2019 , ,

Diete chetogenica/Low-Carb e steatosi epatica non alcolica

Per il momento sono stati condotti pochissimi studi relativi agli effetti della dieta chetogenica per il trattamento della steatosi epatica non alcolica. Per questa ragione non abbiamo a disposizione dati sufficienti per raccomandare la dieta chetogenica alle persone affette da fegato grasso. Una recente meta-analisi indica che le diete povere di carboidrati (inferiori al 40% delle calorie totali), e moderate in carboidrati (40-50% delle calorie totali), associate alla pratica di una regolare attività fisica, possono rivelarsi vantaggiose per migliorare i fattori di rischio della sindrome metabolica, per perdere peso, migliorare la funzione epatica e trattare il fegato grasso. In linea generale, si può ottenere una moderata riduzione dei carboidrati assunti limitando gli zuccheri con scarso valore nutrizionale, come bevande gassate, dolciumi, zuccheri aggiunti e cereali raffinati (pane bianco, riso bianco, pasta non integrale, ecc.).

Integrazione di vitamina E e steatosi epatica non alcolica

L’integrazione di vitamina E (800 UI di a-tocoferolo al giorno) è raccomandata per gli adulti non diabetici con NASH confermata istologicamente per migliorare gli enzimi epatici e l’istologia. L’efficacia dell’integrazione di vitamina E come antiossidante nel migliorare le anomalie biochimiche e/o istologiche nella NASH è stata studiata in diversi studi clinici. Tuttavia, esiste una notevole eterogeneità tra gli studi per quanto riguarda la potenza dello studio, i criteri di ingresso, il dosaggio della vitamina E, le formulazioni di vitamina E utilizzate, l’uso aggiuntivo di altri antiossidanti o farmaci e i dati istologici per valutare i risultati. Nonostante queste limitazioni, si è concluso che l’uso di vitamina E è associato al miglioramento degli enzimi epatici (diminuzione di ALT, AST), steatosi e infiammazione, nonché alla risoluzione della steatoepatite.

Fonti

1) Bischoff et al (2020) ESPEN practical guideline: Clinical nutrition in liver disease. Clinical Nutrition; 39:3533-62.

2) Cusi et al (2022) American Association of Clinical Endocrinology Clinical Practice Guideline for the Diagnosis and Management of Nonalcoholic Fatty Liver Disease in Primary Care and Endocrinology Clinical Settings Co-Sponsored by the American Association for the Study of Liver Diseases (AASLD). Endocrine Practice; 28:528-62.

3) Schugar et Crawford (2012) Low-carbohydrate ketogenic diets, glucose homeostasis, and nonalcoholic fatty liver disease. Curr Opin Clin Nutr Metab Care; 15(4): 374–380.

4) Haghighatdoost et coll. (2016) The effects of low carbohydrate diets on liver function tests in nonalcoholic fatty liver disease: A systematic review and meta-analysis of clinical trials. Journal of research in medical sciences 21(1):53.

5) York, Puthalapattu et Wu (2009) Nonalcoholic Fatty Liver Disease and Low-Carbohydrate Diets. Annu. Rev. Nutr; 29:365–79.

6) Fondation canadienne du foie (2024) Fatty Liver Disease. https://www.liver.ca/patients-caregivers/liver-diseases/fatty-liver-disease

7) Katsagoni et coll. (2017) Effects of lifestyle interventions on clinical characteristics of patients with non-alcoholic fatty liver disease: A meta-analysis. Metabolism Clinical and experimental; 68: 119-132.

8) Paul et Davis (2018) Diagnosis and Management of Nonalcoholic Fatty Liver Disease. JAMA;320(23):2474-2475.

9) Chalasani et coll. (2018) The Diagnosis and Management of Nonalcoholic Fatty Liver Disease: Practice Guidance From the American Association for the Study of Liver Diseases. Hepatology; 67 :1.

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Autori

Kathryn Adel
Kathryn è titolare di una laurea in kinesiologia e una in alimentazione, e di un master in alimentazione sportiva. È membro dell’OPDQ e dell’Academy of Nutrition and Dietetics. Atleta di mezzofondo, ha corso per la squadra olimpica di Montréal e il Rouge et Or. Kathryn è specializzata in alimentazione sportiva, perdita di peso, diabete, salute cardiovascolare e gastrointestinale. Kathryn ha molta esperienza con l'approccio FODMAP e ha completato la certificazione dell'Università Monash.

2 commenti a “Cosa fare per trattare la steatosi epatica non alcolica?”

3 luglio, 2020 FRANCA DE ANGELIS disse:

Volevo sapere se posso prendere KETO LIGHT CHE DA TANTISSIMI ANNI SOFFRO DI STEATOSI EPATICA E HO LA PANCIA GONFIA SEMBRO INCINTA IO A DICEMBRE COMPIO 70 ANNI VORREI UNA RISPOSTA GRAZIE SCUSI

Cinzia Cuneo
9 luglio, 2020 Cinzia Cuneo disse:

Buongiorno Franca,
Invece di provare dei supplementi più o meno efficaci, le consiglierei di vedere un nutrizionista/dietista competente. Per esempio le propongo il nostro servizio VIP: https://www.soscuisine.com/vip-nutrizionista/

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