Sebbene attualmente non esistano studi che documentino adeguatamente i potenziali rischi per la salute associati ai dolcificanti, ecco le principali preoccupazioni emerse dalle ricerche condotte finora:
Diversi studi di coorte condotti su larga scala hanno rilevato una correlazione positiva tra l’uso di edulcoranti e l’aumento di peso. Uno studio condotto su 3.682 adulti per un periodo di 8 anni ha dimostrato che il consumo di più di 21 bevande dietetiche alla settimana (rispetto a nessuna) era associato a un rischio quasi doppio di sovrappeso o obesità.
È stato ipotizzato che il sapore molto dolce dei dolcificanti, che non forniscono calorie, possa dar luogo a un’attivazione parziale ma incompleta delle vie della ricompensa alimentare, che potrebbe stimolare ulteriormente il comportamento di ricerca del cibo. È quindi possibile che i dolcificanti aumentino l’appetito e il desiderio di mangiare, oltre a favorire la voglia di dolce e la dipendenza dallo zucchero proveniente da altri alimenti.
Gli studi sul tema dei dolcificanti e della gestione del peso corporeo rimangono tuttavia controversi.
Un recente studio condotto dai ricercatori della Cleveland Clinic negli Stati Uniti ha suscitato scalpore nei media rivelando che l’eritritolo, un dolcificante a base di polioli, è associato al rischio di malattie cardiovascolari in quanto favorisce la coagulazione del sangue. Secondo lo studio, le persone con fattori di rischio per le malattie cardiache, come il diabete, avevano maggiori probabilità di subire un infarto, un ictus o di morire per malattie cardiovascolari nei tre anni successivi se avevano livelli elevati di eritritolo nel sangue.
Lo studio tuttavia presentava anche una serie di punti deboli. Ad esempio, i livelli di eritritolo nel sangue non sono influenzati solo dall’assunzione di eritritolo con la dieta, poiché viene anche prodotto dall’organismo nell’ambito del metabolismo dei carboidrati. Lo studio non ha analizzato la dieta dei soggetti né ha misurato la quantità di questo dolcificante che avevano consumato. In breve, pur non potendo confermare un nesso causale, possiamo concludere che esiste un rischio potenziale.
In un’ampia coorte di 102.865 adulti francesi, i dolcificanti (in particolare l’aspartame e l’acesulfame-K) sono stati associati a un aumento del rischio complessivo di cancro nei consumatori che li assumevano in grandi quantità rispetto ai non consumatori.
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